home raccolta supplementi
[ barricate ]
Caillois – …E l'immaginazione, restituendo al marmo la sua pienezza originaria, ricrea ciò che manca attraverso ciò che tuttora persiste. La mente accerta allora, con sorpresa, la decisiva impotenza della barbarie. [1]
In una lettera del settembre 1884, Vincent scrive al fratello:
La generazione degli anni ’48 mi è più cara di quella dell’84, ma per quanto riguarda il ’48, non i Guizot, ma i rivoluzionari, Michelet, ed anche i pittori campagnoli di Barbizon… Ascoltami, Theo, per quanto riguarda la barricata, sai che c’è stata un’epoca della mia vita in cui anch’io ero dalla parte dei Guizot e così via. Non appena ne ebbi abbastanza, sai con quale energia, però, con quale perseveranza mi sia allontanato da loro. [2]

Dopo poco più di una settimana, riprende l'argomento, che sembra stargli molto a cuore:

Ti ripeto inoltre che anche se questa nostra epoca può sembrare quieta, in effetti non lo è. Inoltre nego recisamente che la mia affermazione, che alcune persone siano altrettanto nemiche nel ’84 quanto lo sarebbero state nel ’48, debba considerarsi un’esagerazione. E’ ben altra cosa dal fosso di cui parli tu – ora sto parlando di partiti, non di te o di me in particolare, però sia io che tu dobbiamo pur appartenere a qualche corrente, non ti pare? Quanto a me in ogni caso ho un partito preso, se vuoi, e quanto a te, se pensi di potertene stare col piede in due staffe, mi prendo l’arbitrio di porre in dubbio l’effettiva possibilità tua di comportarti così. E soprattutto la reale praticità di una cosa del genere.[3] 

Adesso vi chiedo: da che parte della barricata si è sistemato Heidegger? in quella dei Guizot o in quella dei Michelet? 

E Hölderlin – ditemi ancora – da che parte della barricata pensate che si sarebbe sistemato? [4]
Per trentasette anni un semplice falegname e la sua famiglia si presero cura della follia di questo poeta poeta.

No, van Gogh non era pazzo, ma le sue pitture erano pece greca, bombe atomiche, la cui angolazione, confrontata con tutte le altre pitture che imperversavano in quell’epoca, sarebbe stata capace di turbare gravemente il conformismo larvale della borghesia del Secondo Impero e degli sbirri di Thiers, di Gambetta, di Félix Faure, come di quelli di Napoleone III. Perché la pittura di van Gogh non attacca un certo conformismo di costume, ma il conformismo stesso delle istituzioni. [5]

[1] - Roger Caillois, Atene di fronte a Filippo, in La roccia di Sisifo (1942)]
[2] - Vincent a Theo, Nuenen 30 settembre 1884 (n. 463-380)
[3] - Vincent a Theo, Nuenen 9 ottobre 1884 (n. 465-381).
[4] -  Per quanto Heidegger stesso possa essere stato un diligente e devoto salvaguardante-verecondente-inverante, in possesso del miglior testo critico delle poesie di Hölderlin, tuttavia lui stesso dice che “il mondo che apparteneva all’opera che ci sta innanzi è andato perduto… Ma l’opera è ancora opera se è sottratta a ogni sorta di rapporto?” (Origine Ni68, cit. p. 26, vedi. infra nota 4 p. 51). Ma chi è poi che compie questa sottrazione evitando ogni cenno anche appena evocativo del loro rispettivo e originario “ambito essenziale” (storico e sociale, intendo). Non viene sottratta la poesia al poeta, sottraendola al suo spazio ed al suo tempo - pur riconosciuti essenziali ma senza disporsi, e disporci a ricordarli? E’ anche in questo modo che ci si lascia aperti un sentiero e una carriera esegetica, affermando, in chiusura, che l’opera di Hölderlin “sovrasta e sopravanza i Tedeschi in attesa di essere constatata e sostenuta”… dalle cattedre di Stato? - Cfr. anche Origine Bo06, p. 80
[5] - Artaud, cit. p. 14.
- Figura: Guerra civile – Litografia di Manet (Museo Carnavalet) – Manet, che durante l’assedio della Comune di Parigi del 1871 aveva prestato servizio come tenente della guardia nazionale in uno stato maggiore di cui il pittore Ernest Meissonier era colonnello, alla fine di marzo si trovava in provincia, conosciuti gli ultimi avvenimenti parigini ritornò immediatamente a Parigi e prese molti schizzi dal vero della feroce repressione degli insorti da parte delle truppe governative, dai quali eseguì in seguito diverse litografie.



PARAGRAFO successivo



Heidegger, Origine Ni68, cit. p. 26:
“Gli Egineti del museo di Monaco, o l’Antigone di Sofocle nel suo miglior testo critico, in quanto sono le opere che sono, sono sottratti al loro ambito essenziale. Per grandi che siano il loro livello e la loro capacità di suscitare emozioni, per buona che sia la loro conservazione e chiara la loro interpretazione, tuttavia il trasferimento in una collezione ha privato queste opere del loro mondo. Anche nel caso che ci sforzassimo di annullare questo trasferimento o di evitarlo, andando a vedere, ad esempio, il tempio di Pesto lì dove si trova o il duomo di Bamberga dove è stato costruito, tuttavia il mondo che apparteneva all’opera che ci sta innanzi è andato perduto”.
VALIGIE
parte seconda H.D.S. MAROQUINERIES